Bion utilizza il termine vertice come sinonimo di punto di vista ma “enfatizza anche il contrario, in quanto il vertice rimanda ad un concetto più sofisticato, legato alla matematica, invece che ad una semplice espressione (sensoriale). Vertice in matematica è concepito come un punto nel quale si uniscono una o più linee, piani o angoli" (Lopez-Corvo, 2002). "Esiste una specificità psicologica o mentale analoga alla specificità associata con il rapporto tra gli organi di senso e le impressioni sensibili" (W.R. Bion, 1970). Il concetto di vertice si presenta, per Guelfo Margherita, legato ad una discontinuità che interrompe lo stato statico della simmetria, l’omogeneità e l’infinito originando linee di frattura delimitative che contengono necessariamente parzialità. L'origine della Singolarità, che provoca la discontinuazione, ha l'arbitrarietà di qualunque cosmogonia. La sua imprevedibilità potrebbe farla assomigliare ad un “salto quantico”.
La semplice emergenza del Vertice origina polarità; ad esempio quelle tra simmetrico e asimmetrico, continuo e discreto, soggetto e oggetto. Ad ogni discontinuità possibile fa capo un vertice diverso e quindi un differente universo da esso sotteso.
Da un punto di vista psicologico esempi di discontinuazioni che originano nuovi vertici identitari possono essere: la nascita, lo svezzamento, il primo giorno di scuola, originare una famiglia, forse la morte etc.
Il Vertice è quindi luogo di discretizzazione che separa il soggetto dall'oggetto e quindi contiene “l'occhio” strumento dell'osservazione e della riflessione. L'organo di senso presuppone un'entità che lo possieda e che si doti di una qualità etero ed autosservante. Quest’ultima qualità si determina come identità di sé ed eventualmente come coscienza. Ciò conduce alla distinzione fra un interno ed un esterno con il riconoscimento del Contesto e dell'Altro e all'apertura al Senso e alla Relazione.

Viene inteso, dunque, come Vertice il luogo d'origine dello sguardo che struttura e ordina la porzione di mondo delimitata dal suo proprio orizzonte. La presenza di vertici diversi sovrappone mondi diversi e paralleli, disponibili ad essere integrati dalle funzioni mentali delle entità sovrasistemiche (ad es la binocularità). Nei gruppi la presenza contemporanea dei diversi vertici delle singole entità componenti, mette a disposizione dell'integrazione da parte di uno sguardo sovrasistemico particolare una funzione polioculare che complessizza la binocularità degli individui. G. Margherita ha chiamato tale funzione “la visione dell'occhio della mosca” (Margherita, 2011).
In questi termini il vertice ci appare quindi come un potente fattore di costruzione dell’identità.
Bibliografia
Bion W. (1970), Attenzione e interpretazione (Armando 1973)
Lopez-Corvo (2002), Dizionario dell'Opera di W. Bion (Borla, Roma, 2006)
Margherita G. The Eye of the Fly: Psychoanalitic
Margherita G. Insieme Multistrato 2012
(Mariapina Famiglietti, Federico Pone, Salvatore Rotondi)