Guelfo Margherita
“Gli Intestini di Napoli. Contesti Istituzionali e Salute Mentale in un quartiere del centro storico di Napoli”,
Idelson, Napoli,
1981.
Tratto dalla Prefazione di Guelfo Margherita (Swamy Ramadas)

Il momento particolare in cui questo volume vede la luce e i problemi che esso affronta conferiscono un valore in qualche modo esemplare alla sua pubblicazione, sottolineato anche dal fatto che essa avviene per conto di un editore napoletano.
L'esperienza a cui gli autori fanno riferimento è collocata infatti all'incrocio di due grossi nodi, entrambi per il proprio verso di estrema e critica attualità: la "questione Napoli" e la "questione psichiatrica"; e poiché esprime la volontà e assieme la possibilità di fornire risposte concrete e specifiche a concreti e specifici bisogni essa assume il significato di una civile e responsabile sfida - seppure con tutti i limiti che presenta ogni operazione di settore - nei confronti delle accuse di immobilismo da un lato e di avventurismo utopistico dall'altro che, in modo spesso interessato ma non sempre infondato, per l'una e per l'altra questione vengono rivolte ai rispettivi responsabili tecnici e politici. Più puntualmente questo lavoro rappresenta in primo luogo una decisa confutazione dell'opinione (come al solito contrabbandata opportunisticamente per "realistica" e purtroppo sempre più accreditata a livello di senso comune dalla carenza di adeguate e convincenti risposte) che una psichiatria alternativa a quella manicomiale sia, soprattutto in una realtà già tanto provata e con problemi tanto specifici, gravi ed urgenti qual'è oggi quella napoletana, mera mitologia, sterile esercitazione ideologica, o - nel migliore dei casi - soluzione avveniristica da rimandare a tempi migliori.
Ecco perché fin dalla iniziale visione di questo testo mi è sembrato che primo compito della sua presentazione avrebbe dovuto essere l'invito ad una lettura non folcloristica, affrancata dalle suggestioni di una "napoletanità", di maniera ma proprio per ciò capace di cogliere le radici non casuali della sua germinazione contestuale.
Raccomandazione tanto più necessaria in questi ultimi tempi, in cui la "Napoli terremotata" ha rischiato di divenire un nuovo bene di consumo per una dilagante sottocultura sociologica sconsolatamente appagata dai facili brividi di un distratto voyerismo turistico.
Quello che segue è infatti nulla di più (ma nulla di meno) che il resoconto del lavoro propedeutico, teorico e pratico, di una équipe psichiatrica destinata all'attività sul territorio in un quartiere del centro storico di Napoli, che ha dimostrato di saper assumere responsabilmente la propria connotazione psichiatrica e assieme la propria collocazione territoriale; congiuntura questa non proprio frequente negli ultimi tempi.