Intervento del Prof Guelfo Margherita al
9th International Bion Conference: Milan, 2016
“Emotions, Transformation and Psychic Vitality”
University of Milan, Septemer 30th – October 01st/02nd 2016
VITALITÀ PSICHICA ED ASSUNTI DI BASE
1) Provo ad indagare la Vitalità Psichica sui lembi del suo nome, cioè sulla membrana di contatto tra il biologico e lo psichico; incontro il confine che separa il mentale preconscio dall’inconscio non rimosso e delle memorie implicite. È su questo confine psico-somatico che essa come concetto “frontaliero” si sviluppa.
Estendendo il concetto ai gruppi questo spazio diviene il protomentale (Margherita, 2016) da cui prendono forma gli Assunti di Base (AdB) bioniani. È proprio la sottolineatura di un diverso punto di vista (più sfaccettato di quello classico) da cui descrivere gli AdB il motivo di questo scritto; allargarne cioè gli spazi di contenimento e di ragionamento.
Quali relazioni esistono allora tra vitalità psichica e AdB gruppali? Lo sviluppo di questi concetti porta a confrontarsi con due intriganti interrogativi da proporre per l'indagine più che per la soluzione:
a- esiste come concreto ed unitario l’oggetto corpo di un gruppo (reale o virtuale) ed in quale “dove” può essere posto? Che topologia assume lo spazio-tempo indotto e che contiene un simile corpo transindividuale?
b- Collocato in quali coordinate cartesiane può essere immaginato il luogo multidimensionale unitario dello spazio mentale di un gruppo? Ad esempio quello in cui si sviluppano i suoi miti e i suoi sogni collettivi (Lawrence, 2008)? Oppure può essere quello dell’Asklepeion di Pergamo per gli antichi greci o i moderni gruppi di ricerca proposti dalla International Listening Post?
Ossia l’oggetto gruppo ed i suoi spazi mentali esistono e si sviluppano contenuti da quali organizzazioni topologiche fisiche e mentali che gli fungono da contenitori?
2) Provo a considerare la vitalità psichica, influenzato da Daniel Stern (2011), come un termometro inserito nel corpo per evidenziare la trasformazione da statica a cinetica dell’energia bio-psicologica. Immagino allora la famosa statuetta della divinità della Trimurti indiana, Shiva nella sua versione Natraje (danzatore), che dinamicamente balla i destini cosmici del mondo evidenziando la sua energia vitale ed il moto continuo con quantiche oscillazioni; dal secolo scorso sappiamo che la condizione di base della materia non è più la quiete ma il movimento quantico.
La vitalità mi appare ora come la intensa qualità di un ente di generare intorno a se, per induzione attraverso la sua mera esistenza, un campo in cui avvengono fenomeni relazionali con esso interrelati.
3) La Neuro-fisiologia ci insegna che nell'individuo, per esempio Shiva che balla, la Vitalità (ciò che ci tiene in vita: fame, sete, aggressività, sesso, termoregolazione, sonno, attacco e fuga etc...) è radicata nella istintualità del corpo come una funzione anatomicamente correlata ai nuclei del proencefalo basale e del sistema limbo-ipotalamico. L’eccitazione o la inibizione (ablazione) dei loro metabolismi e connessioni induce sperimentalmente biochimiche e comportamenti connessi con il declinarsi di queste evenienze istintuali. Sono le emozioni somatiche che mentalizzano gli istinti in pulsioni e permettono l'organizzarsi dei feed-back comportamentali.
4) Estendo ora la vitalità dell'individuo ad un intero gruppo e nella mia mente nostalgica si apre un link: immagino un corteo sessantottino che sogna l’ideale di un mondo migliore “la fantasia al potere”: ognuno di noi, per il suo personale link, farà capo, tra storia e fantasia, ai suoi propri repertori. Non mi interessa, qui naturalmente, a chi la Storia darà ragione o torto, ma solo “l’èlan vital” dell’intero corteo oscillante (danzante?) tra: il confrontarsi con la lotta/fuga dai nemici di classe o con la polizia; gli orgiastici canti e balli serali nelle università occupate; la acritica dipendenza fideistica nelle verità dei testi (perfino il libretto rosso) e nei leader indiscussi. Tutte condizioni che lo rendono vivo e coeso.
Contemplo una esplosiva vitalità psichica gruppale (attacco/fuga, accoppiamento, dipendenza) così simile, in questa o nelle immagini parallele prodotte eventualmente da altri, ad ogni insieme fisico o bio-psicologico che cresce intorno ad un fortissimo aggregante identitario (cioè per esempio un mito) indispensabile per creare un gruppo.
L’energia per la creazione di questo mito proviene dalle istintualità della moltitudine di individui difensivamente iper-eccitate dal loro collassare e fondersi insieme dando origine ad un unico stato emotivo gruppale.
Stiamo osservando l’originarsi della vitalità del gruppo sul collasso della membrana di separazione tra individuo e gruppo stesso; nello sciogliersi cioè dei discreti confini separanti i suoi individui nel flusso continuo del gruppo. Il cambiamento di stato che accompagna la trasformazione dei singoli individui in massa (Margherita e Coll. 2010) come singole gocce di pioggia che diventano una pozzanghera.
Spunta qui il primo degli interrogativi: se un gruppo può essere così pieno di vitalità psichica e questa è necessariamente imbricata in un corpo che vive (embodied), qual è e in quale dimensione (sovrasistemica a quella dell’individuo) si declina il corpo di un gruppo? Esiste all’interno di questo corpo plurale un equivalente fisico dei nuclei della base degli individui? E si può fantasticare che sia questo a produrre (secernere?) gli AdB?
5) Evidente è il contatto del nostro corteo con quelli che Bion (1962) chiama gli AdB di un gruppo. È la loro vitalità psichica che coagula quello, o altri cortei (aggregati umani), in organismi unitari anche se plurali. L’uomo è un animale da branco (come i lupi, gli storni o le formiche). La sua tribù non è più solo l’occasionale evento culturale costruito dai singoli per associarsi e perseguire meglio il loro benessere, come indicato dall’antropologia del secolo scorso, utilizzando il meccanismo dell’identificazione col capo; ma si appalesa più in profondità anche come una strutturante tappa, nel suo destino bio-etologico, del dispiegarsi del suo DNA di specie al di là dei confini dei corpi individuali per incollare il gruppo. Si delineerebbe così una complessa genetica dei superorganismi gruppali umani interessatnte non solo la penetranza genetica delle caratteristiche collettive di specie (ad es. essere branco), ma a cui non sarebbe estranea la cooptazione, oltre ai geni biologici, anche dei memi culturali (Dawkins, 1976).
6) Nello sguardo psicoanalitico alla teoria delle pulsioni si sovrappone allora l’intersoggettività cioè la capacità ed il senso dello stare insieme. La motivazione verso l’altro, passando dall’individuo al gruppo, non è più soltanto il principio del piacere ma la necessità della comunicazione. Funzione di Eros infatti non è solo edonisticamente il perseguimento del piacere individuale, ma anche l’aggregazione di organismi più complessi (ad esempio le famiglie); come le cellule si aggregano per formare gli organi.
Gli individui crescono attraverso i loro scambi e le loro influenze reciproche. Il milieu inter-sistemico attraverso cui questi si realizzano resta incluso come intra-sistema entro i confini del nuovo organismo complesso così generato: quello che gli etologi chiamano “superorganismo” (branchi, sciami, greggi, orde). Queste qualità sono l’origine dell’organizzazione dei sistemi biologici e mentali in insiemi multistrato complessi che si espandono ed individuano in spazi multidimensionali (Margherita, 2012).
7) Possono questi superorganismi contenere pre-concezioni delle loro possibili modalità comunicative in sacche di protomentalizzazione gruppale, come deposito di una conoscenza implicita collettiva, come succede per gli individui (Mancia 2007)? Questi modelli pre-concettuali, a questi livelli di profondità, risultano naturalmente vivi ma non pensabili né esplicitabili. Stiamo parlando di una predisposizione etologica-biologica (lungo la direttrice di una evoluzione filogenetica) a sviluppare le emozioni gruppali in un sistema protomentale collettivo necessario alla esistenza in vita (neuro)vegetativa dell’insieme agglomerato.
Queste pre-concezioni potrebbero essere considerate assimilabili alle funzioni dei virtuali nuclei della base di un possibile cervello gruppale?
Potrebbero essere esse, all’interno di questo sistema, gli elementi generatori degli AdB?
Il secondo provocatorio interrogativo a cui accennavamo sarebbe allora: quale porzione di spazio-tempo occupa materialmente o virtualmente l'anatomia del cervello gruppale e dei suoi eventuali nuclei della base, con le loro connessioni comunicative trans-personali (ad es. linguaggi), attraverso nuovi percorsi sensoriali che traboccano, nel cervello gruppale, oltre le fisiche connessioni neuronali dei cervelli individuali?
Può un cervello individuale essere frattalicamente considerato una frazione ologrammatica del cervello gruppale?
Le riflessioni reciproche dei neuroni specchio e l'approfondimento delle topologie multidimensionali del complesso sistema multilivello in cui l'insieme gruppale si colloca potremmo argomentarle nella discussione.
8) Guardiamo ora gli AdB nella classica descrizione di Bion. Essi sono tradizionalmente considerati stati emozionali disturbanti la capacità operativa di un Gruppo di Lavoro (GdL). Una condizione di disturbo simile a quella delle emozioni rispetto alla razionalità e che Damasio (1995) chiama "l'errore di Cartesio".
Come abbiamo visto, sono potenzialità al confine tra il biologico e lo psichico e popolano lo spazio protomentale descritto che viene periodicamente attivato a suscitare la vitalità del gruppo nelle relazioni che esso istituisce con il milieu bio-psicologico in cui è calato. L’attivazione di questo spazio produce trasformazioni biologiche e comportamentali dell’intero organismo gruppale atte a permettergli gli assetti e gli adattamenti migliori rispetto alle sfide dei contesti. In questo senso gli AdB possono essere considerati meccanismi di difesa che schermano ed elaborano, ma limitano anche, quella che viene in questa ottica identificata come la funzione principale del gruppo, quella lavorativa: trasformare la natura per produrre benessere. Questa condizione dell’Homo faber, riunito in GdL in funzione dell'economia, sembra il derivato di una ideologia aziendalista. Marcuse (1955) vi individuerebbe l’uomo ad una dimensione alienato dall’eros e dalla libertà e schiacciato dal principio di prestazione nella unidimensionalità.
9) Anche qui possiamo rilevare una costante dicotomia tra due direttrici evolutive nella dimensione mentale anche gruppale:
a- Il GdL (con le sue istituzioni) è polarizzato alla costruzione del produrre e del fare anche attraverso il principio di prestazione. Esso si muove per salti discreti da un obiettivo ed un’organizzazione all’altra.
b- Il gruppo in AdB invece è espresso dalla necessità dell’esistenza di un’atmosfera collante trans-personale, continua ed unitaria, che lo definisce come esistente ed unico. Questa permetterebbe di esperire la vitalità del nuovo organismo collettivo in una dimensione più dell’essere che del fare.
Lo stato mentale AdB appare allora non più solo una condizione di disturbo per il GdL, ma principalmente come una condizione basale alternativa del "cervello gruppale". Esso è magari funzionale a contenere e vivere (se stesso e le condizioni di intensa vitalità psichica connesse) in adeguati stati di coscienza (onirici e simmetrici), come l’organismo unitario che egli stesso rappresenta. Esso è infatti intento a provvedere alle condizioni "di base" della sua sussistenza, sopravvivenza e propagazione nel tempo e nello spazio.
È la dimensione dionisiaca in cui Eros può liberare l'uomo dalla costrizione del principio (apollineo) di prestazione assoggettandolo ai soli vincoli biologici. Forse è il luogo mentale in cui originano tutte le rivoluzioni nei confronti di tutte le organizzazioni.
10) Queste due modalità di essere del gruppo, perlopiù contemporanee, fanno capo, nel cervello degli individui, a strutture e circuiti neuronici specifici:
a- la prima, perlopiù, ai circuiti attivanti reticolo-corticali regolanti lo stato di vigilanza, pensiero cosciente e attività motoria;
b- la seconda, intensamente emotiva, connessa, perlopiù, coi nuclei ipotalamici ed i circuiti limbici; essa si esprime mentalmente nello stato meditativo, sognante dell'esserci.
Nel campo complesso del cervello operativo del GdL si differenziano organi particolari (le istituzioni) che si specializzano poi per gestire problematiche specifiche.
Si potrebbe supporre l’esistenza quindi nel cervello di un gruppo di una "condizione corticale" economicamente organizzata (in GdL) in cui il gruppo, attraverso il principio di prestazione, produrrebbe "la Civiltà"; ed una "sottocorticale" in cui esso (in AdB), utilizzerebbe "l'Eros" per accrescersi e mantenersi in vita.
Per superare "l'errore di Cartesio" (Damasio), queste condizioni dovrebbero marciare separate per colpire unite. Così questi substrati emozionali vitalizzano la dimensione GdL. Se ciò non accade essi dilagano come deliri emozionali che invadono il GdL ostacolandolo nel suo fare, come rilevato da Bion nelle sue prime osservazioni, realizzando così proprio “l’errore di Cartesio”.
11) Sembra che gli AdB si radichino nel cervello gruppale come organizzatori di un complesso campo che riguarda i bisogni, gli istinti collettivi, le loro emozioni, le ideazioni (miti) ed i comportamenti (riti) attraverso processi di mentalizzazione simili a quelli che, negli individui, trasformano gli istinti in pulsioni.
Proviamo a guardare più da vicino i tre AdB come organizzatori degli stati mentali emozionali di un insieme umano. Vediamo come risultano connessi in particolare con la gestione delle sfide cui costantemente i contesti sottopongono le condizioni vitali di un gruppo. Essi esprimono gli stati psichici collettivi in cui vengono elaborate le risposte complesse di autoregolazione identitaria del gruppo nei confronti di: come accrescersi, come nutrirsi e difendersi, come perpetuare nel tempo e nello spazio un gruppo che si vive come tale. Per questo risultano condizioni al limite tra il biologico e lo psichico.
L'AdB Dipendenza: permette al gruppo di elaborare e trasformare stati correlati alla posizione simbolica dell'essere protetto per crescere (il latte, nutrirsi, riscaldarsi, abitare, affiliarsi, venire educato, il contatto col corpo della madre, l'amore protettivo, le gerarchie, la funzione contenitiva, la fede).
L'AdB Attacco e Fuga: permette al gruppo di elaborare stati mentali connessi (sia come attore che come preda) con lotta per la sopravvivenza (caccia, guerra, uccidere, sbranare, fuggire, rabbia, lutto, paura di annientamento che può sconfinare nel genocidio).
L'AdB Accoppiamento: con il più gradevole dei sentimenti, l'amore, questo assunto di base crea legami per la perpetuazione della specie (sesso, speranza, attesa del messia). Sarà possibile così proiettarsi nel futuro ed allargare a nuovi territori, geografici e mentali, l'habitat di un gruppo che diviene più numeroso.
12) Gli AdB, descrivendoli con una metafora meccanica, ci appaiono allora come un raffinato e complesso servomeccanismo di sicurezza a disposizione dei sistemi biologici per salvaguardare la loro vitalità (e magari entità ed identità) nelle confrontazioni coi loro milieux contestuali. Qualcosa che riguarda il rapporto tra un contenitore (milieu) ed il suo contenuto (organismo gruppale), teso a riequilibrare e stabilizzare gli sbandamenti critici che possono indurre tra essi le conflittualità distruttive di una relazione di tipo parassitario. Gli AdB, come "prodotto vitale" secreto dal "nucleo della base gruppale" avrebbero allora il compito di ripristinare le condizioni bio-psico-sociali ideali per una relazione simbiotica o quantomeno commensale.
Si istituisce così un meccanismo ubiquitario e multilivello che travalica i confini del singolo uomo e della sua consapevolezza per allungarsi nel tempo e nello spazio a radicarsi nella biologia della filogenesi (specie) da una parte e nell’antropologia dei grandi aggregati dall’altra. Sono sempre le stesse modalità (Dipendenza, Attacco/Fuga, Accoppiamento) ad incarnarsi, parcellizzate nei ruoli, per recitare i differenti copioni che, lungo l'orizzonte dei possibili accadimenti bio-etologico-sociali, si svolgono su paradossali palcoscenici che possono andare dal corpo di un insetto agli accadimenti storici.
Da un lato possiamo così osservare la penetranza del progetto genetico degli AdB che si esprime, in alcuni imenotteri sociali, nella costituzione biologica di fenotipi che ne incarnano, perfino somaticamente, le differenti funzioni specifiche per l’economia del gruppo: le operaie (dipendenza), i soldati (attacco-fuga), la regina e i fuchi (accoppiamento), ciò sembra indicare quanto le istituzioni possano avere concretezza fisica tale perfino da incarnarsi (bio-politicamente?) addirittura nel corpo.
Per converso nei campi macrosociali, connessi coi fenomeni storici riguardanti le popolazioni, può evidenziarsi una capacità di queste di gestire le grandi sfide alla loro vivibilità e sopravvivenza attraverso il darsi l’organizzazione emozionale ed i conseguenti comportamenti gruppali che accompagnano ad es. carestie (dipendenza), guerre (attacco-fuga), migrazioni (viaggi della speranza).
Sono le crisi appunto di certi contesti storico-socio-ambientali (specie quando divengono catastrofi) che costringono le macrogruppalità (popolazioni, nazioni), a doversi permeare, per utilizzarle difensivamente, con le organizzazioni emozionali e comportamentali messe a disposizione dagli specifici assunti di base per consentirsi la sopravvivenza.
1) I try to investigate the Psychic Vitality on the flaps of its name that is on the surface between the biological and the psychic; I meet the border separating the mental from the not repressed unconscious and the implicit memories. It’s here, as a commuting concept trough this psycho-somatic border, that I presume the psychic vitality develops itself .
Extending the concept to groups this space becomes the surfaces between the mental and the proto-mental (Margherita, 2016) from which the bionian Basic Assumptions (BA) take form. Aim of this paper is to underline a different standpoint (more faceted than the classic one) from which the BA could be described; that is to wide the spaces of containment and reasoning.
Which relations exist between psychic vitality and group BA? The development of these concepts leads to face two provocative questions proposed for the investigation more than for the solution:
a- does a real or virtual group’s unitary body exist? where does it lay? Which topology assumes the space-time induced and containing such a trans-individual body?
b- in which cartesian coordinates could be imagined the site of a multidimensional unitary mental space of a group? For example the one in which its myths, collective dreams and rituals develop (Lawrence, 2008)? Or, could this site be in the Pergamo’s Asklepeion as for the ancient greeks, or, for the modern researchers, in the groups proposed by the International Listening Posts?
So the object "group" and its mental space lives and grows within which physical and mental topological organization used as containers.
2) I try to consider the psychic vitality, influenced by Stern (2010), as a thermometer inserted in a body to give evidence to the transformation from static to kinetic of the bio-psychological energy. I imagine then the famous little statue of the divinity of the indian Trimurti: Shiva, in his version Natraje (the dancer), who dynamically dances the cosmic destinies of the world giving evidence to his virtual energy and to perpetual motion with quantistic oscillation. The vitality seems as the intense quality of an entity to generate a field around itself for induction, through its mere existence, where relational phenomena interacting with it can take place.
3) Neuro-physiology teaches us that in the individual, for example the dancing Shiva, the Vitality (huger, thirsty, aggression, sex, thermo-regulation, sleep, fight and flight, etc) has roots in the body as a function anatomically related to the nuclei of the basal forebrain and of the limbic-hypotalamic system. The excitation and the inhibition (ablation) of their metabolisms and connections experimentally induces biochemestries and behaviours connected with this kind of instinctual happening. The somatic emotions mentalize the istincts in psychic derivates and allow the organizations of behavioural feed back.
4) I try to extend the vitality of the individual to a group and in my nostalgic mind a link opens: I imagine a ‘68 procession dreaming the ideal of a better world, “imagination to power”: each of us, for his personal link, will use histories or imaginations from his own repertoires. Naturally I am not concerned to whom the History will give right or wrong; I am only concerned with “ l’elan vital” of the whole swinging procession (dancing?) between: to face fight/flight with the class enemies or the police; the orgiastic dancing and singing in the occupied universities; the uncritically fideistic dependence in the truth of the texts (even the Mao’s Red Booklet) and in the undisputed leaders. All conditions that make the group alive and cohesive.
I contemple an explosive group psychic vitality (Fight/Flight, Pairing, Dependence), so similar in this to parallel imaginations produced by others, to every other physical or bio-psychological set that grows up around a strong identity (that is for example a myth) necessary to create a group. The energy to create this myth come out from the fusion of the BA belonging to the moltitude of individuals defensively hyper-excitated from their collapsing and melting within the group originating an unique emotional mental state.
The group vitality could be so originated by the melting of the discrete individuals boundaries in the continuous group flow.
Here we find our first question: if a group is so full of psychic vitality and this is necessarily embodied in a living body; in which sovra-sistemic dimension lies the body of a group? Do they exist, within this body, physical equivalents of basal nuclei of the individuals? Is it possible to imagine that BA could be produced (secerned) by them?
5) It is evident the contact of our procession with those that Bion (1962) calls BA group. It’s their psychic vitality which coagulates that one, or other procession (human aggregations), in unitary although plural organisms. Man is a pack animal as wolves, starlings and ants. His tribe is not only the occasional cultural happening built from the individuals to better pursue their welfare utilizing the mechanism of identification with the leader, like the last century anthropology stated. It appears also instead, more in depth, as a structuring stage of its bio-etologic destiny, in the unfolding of its species DNA outside the border of individual bodies to glue their pack. A complex genetic of the human group super-organism would be delineated that involves not only the gentic penetrance of its collective species characteristics ( i.e. to be a pack). Envolved would be not only the dialogic genes but also cultural memes. (Dawkins, 1976).
6) In the psychoanalytic glance the theory of instincts is overlapped by the intersubjectivity, that is to say the capacity and the sense to be together. The motivation towards the other, when the group rather then the individual is concerned, is not anymore only the principle of pleasure but also the necessity of the communication. Function of Eros is not only an edonistic pursuing the pleasure, but also the aggregation of more complex organisms (i.e. families); as cells aggregate themselves to construct organisms.
The individuals so grow up trough their exchanges and their reciprocal influences. From the inter-systemic milieu, through which the organisms exchanges their communication, a new sovra-sistemic complex organism is generated: it is called “superorganism” (herds, swarms, hordes) by etologists.
These qualities are the origin of the organization of biological and mental systems in complex multilayer sets which expand and individuate themselves in multidimensional spaces (Margherita, 2012).
7) Could these superorganisms contain pre-conceptions of their possible communicative modalities in coves of protomentalizations as deposits of collective implicit knowledge as happens for individuals (Mancia, 2007)? These pre-conceptual models, at these levels of depth, are naturally vital but not thinkable or explicitable. We are referring to an ethologic-biologic predisposition (along the vector of a phylogenetic evolution) to develop group emotions within a proto-mental system that is necessary to the existence in a (neuro)vegetative life of the set.
We are observing these pre-conception as possible function of virtual basal nuclei of a possible group brain. In this hypothesis they could be the elements generating BA.
Our second provocative question should be: in which portion of the space-time is collocated the material or virtual anatomy of the group brain and their basal nuclei, their communicative transpersonal connections trough new sensorial paths (i.e. languages) that, overflow the physical neuronal connections used within individual brains?
Can an individual brain be considered like a fractal, or an hologramatic fragment of the group brain?
We can argue in the discussion the reciprocal reflection of mirror neurons and the multidimensional topologies in which the complex set of the multilayer group systems is collocated.
8) Let’s look at the BA moving from the Bion’s classic description. They are considered as emotional states disturbing the operative capacity of a Work Group (WG). It is that disturbing condition of the emotion toward the rationality that Damasio has called “Descartes Error”.
The BA, as seen, are potentialities, on the border between biological and psychic, populating the described protomental space that is periodically activated within the group, trough the relationships that it exchanges with the bio-phsycologically milieu in which it is merged. The activation of this space produces the biological and behavioural transformations of the whole group organism necessary to permit its best adaptations to the challenges of the contexts. In this way the BA can be considered defense mechanism that screen and elaborate, but also limit, one of the most important function of the group, the working one: to transform the nature to produce wellness. This condition, tipic of the homo faber, gathered in WG, is a funcion of the economy and it seems so derived from a best companies ideology. Marcuse (1955) will pick out so the one dimensional man alienated from Eros and Freedom and squashed from the principle of performance in the mono-dimensionality.
9) Also in the group mental dimension we can find a constant dichotomy between two evolutionary vectors.
a- The WG (with its institutions) is polarized to the construction of “to produce” and of “to do” also through the principle of performance. It moves in discontinuous leaps from a task and an organization to another one.
b- The BA group instead is expressed by the necessity of the existence of a transpersonal gluing, continuous and unitary atmosphere that defines it as existing and unique. This should allows to experience the vitality of the new collective organism in a dimension more concerned with being than with doing.
The BA mental state appears so not only as a disturbing conditions for WG, but mainly as a basic alternative condition of the “group brain”. It is, maybe, functional to contain and to live ( as an unitary organism intent to provide to the basic conditions of its existence, survival and propagation in time and space), within the conditions of intense psychic vitality connected in adeguate states of consciousness (oneiric, symmetric). This is the dionysiac condition in which Eros can free the man from the constriction of apollineous principle of performance subjecting him only to biological constrains. May be this is the mental site where originate all the revolutions toward all the organizations.
10) These two modalities to be of the group, mostly contemporarly, go up, in the individual brain to specific structures and neuronic circuits.
a-The first is the activating reticolo-cortical circuit regulating the state of vigilance and the motor activity;
b-the second one, connected as we have seen to the hypothalamic nuclei and limbic circuits, intensely emotive, connected with affectivity and instincts that mentally express itself in a dreaming state of "dasein".
In the complex field of the operative brain of WG, specific organs (the institutions) will diversify. Their specialization will be to manage some specific problems.
It should exist a "cortical condition", then, a state economically organized in WG in which the group, through the principle of performance, could produce the "civilization"; and a “subcortical” one in which BA could utilize the “Eros” to increase and to keep the group in life.
To overcome the "Descartes Error" these conditions should march separate to hit united. So these emotional sub-strata vitalize the WG dimension. If this does not happen, they spread, as emotional delusions that invaded the WG interfering with it in its doing, as Bion noted in his original observations, realizing so the "Descartes Error" itself.
11) It seems that the BA take roots in the group brain as organizers of a complex field concerning needs, collective instincts, their emotions, their ideations (myths) and their behaviours (rites) trough mentalizing processes similar to the ones transforms instincts in their mental equivalents.
Let's try to focus the three BA as organizers of the mental emotional states of a human set. They appear in particulary connected with the management of the contextual challenges to the vital condition of a group. They express the collective psychic states in which the complex answers of identitary self-regulation of the group are elaborated. It regards how a group that lives itself as such increases, feeds, defends itself, grows in time and space. So they are conditions on the border between biological and psychic.
The Dependence BA: allows the group to elaborate and transform states correlated to the symbolic position of being protected during growth (milk, to feed, to warm themselves, to inhabit, to affiliate, to be brought up; the contact with the body of the mother, the protective love, the hyerarchies, the contenitive function, the faith).
The Fight and Flight BA: permits to the group to elaborate mental states connected (either as actor or as prey) with fight to survive (hunting, war, to kill, to tear to pieces, to fly, wrath, mourning, fear to be annihilated till the genocide).
The Pairing BA: with the most pleasant of the feelings, love, this BA creates ties apt to perpetuation of the species ( sex, hope, wait of Messiah). It could be possible so to be cast in the future and to widen towards new geographic and psychic territories, habitat of a group becoming more numerous.
12) Describing them as a mechanic metaphor the BA appear as a complex and a refined self-regulation feed-back devices at disposition of biological systems to save their vitality (and may be entity and identity) in the confrontations with their contextual milieux. Something concerned with the relationship between a container (milieu) and his content (group organism), used to balance and stabilize. The critical skidding that a parasitic relationship can induce among them. The BA as "vital product" secerned by the "group basic nuclei" should have the task to restore a symbiotic relationship or, at least, a commensal one.
A multilevel and ubiquitary mechanism is so established; it goes beyond the boundaries of man and his consciousness to get roots in the biology of the species from one side, and the anthropology of the big aggregates from the other side. Always the same modalities (dependence, fight/flight, pairing) will be fragmented and embodied, arranged in roles, to act in the different scripts that take place along the horizon of the possible bio-ethologic-social events, performed on different stages, from the body of an insect up to the historical events.
We can observe so from one side the penetrance of the genetic project of BA that shows up itself deep in the body of a social insect (ants, bees); the biological constitution of their phenotype embodies the specific functions necessary for the economy of the group: the workers (dependence), the soldiers (fight/flight), the queen and the drones (pairing). That seems indicate how the institutions can have such a physical concreteness to embodies themselves (bio-politics ?) even in the body.
From the other side we can observe, in the macro-social fields connected with historical phenomena about populations, their capacity to cope the challenge to their living and survival, building the emotional organization and its consequent group behaviours, that go with famine (dependence), war (fight and flight), migration (journeys of hope).
The crisis in fact of some historic-socio-environmental contests (especially when they become catastrophes) compells the macro-grupalities (populations, nations), to grant their own survival, to permeate themselves with the emotional and environmental organization provided by the specific BA.
Bibliografia:
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